A Vo’ dal 19 al 21 settembre torna la Festa dell’Uva

Per tre giorni nel paesino euganeo la regina della frutta emoziona con un magnifico spettacolo immersivo. In programma sfilate di carri allegorici, spettacoli musicali, degustazioni e laboratori: una festa che coinvolge l’intera comunità tra bellezza, cultura e spirito identitario

 

Dal 19 al 21 settembre prossimi è in programma la 74a edizione della Festa dell’Uva di Vo’. Un viaggio tra arte, tradizione e territorio. La manifestazione, una delle più longeve del Veneto, torna a illuminare i Colli Euganei ed è pronta a stupire, emozionare e coinvolgere, come ogni anno dal 1950.

Il momento clou è fissato per domenica 21 settembre con la doppia sfilata dei carri allegorici: opere d’arte in movimento realizzate interamente a mano con veri acini d’uva. Oltre 250 volontari sono già al lavoro per costruire cinque carri spettacolari. L’evento sarà arricchito da degustazioni, concerti, laboratori per bambini e percorsi tra le cantine. Una celebrazione collettiva di arte popolare, memoria e identità.

Nella tre giorni sono poi in calendario momenti di musica, arte, vino e cultura che iniziano venerdì 19 settembre e raccontano un territorio, il suo orgoglio e la sua vocazione agricola e creativa.

I Carri Allegorici: arte, dedizione e comunità

La sfilata dei carri è il cuore simbolico della manifestazione. I carri sono interamente decorati con uva vera incollata manualmente e richiedono mesi di lavoro da parte dei tanti volontari impegnati nella loro realizzazione. Come è facile immaginare ogni carro racconta una storia: mitologia, tradizione rurale, ironia, ma anche temi di attualità. Queste storie prendono forma sotto le mani dei “mastri carristi”, che, con ogni acino, con ogni movimento, trasmettono un messaggio forte di identità e appartenenza.

Per realizzare i carri: 22 quintali d’uva

Per l’edizione di quest’anno sono previsti oltre 22 quintali di uva distribuiti su cinque carri. I numerosi volontari impegnati tutto l’anno nell’impresa, trasformano così questo piccolo paese dei Colli Euganei in una scenografia a cielo aperto. I carri sono il frutto di una tecnica unica in Italia, praticata da pochissime altre realtà: ogni singolo acino d’uva viene attaccato a mano, creando superfici spettacolari che, a volte, superano i 100 metri quadrati di uva per carro.

Il prossimo 21 settembre i carri sfileranno per le vie del paese euganeo in due momenti: uno diurno e l’altro serale – notturno. Quello diurno è in programma alle 15 a cui seguirà, a partire dalle 20,30 quello notturno in un’atmosfera surreale tra luci, suoni ed eventi magici.

È proprio nel cuore della notte, con il buio avvolgente e la luminosa bellezza dei carri, che la festa raggiungerà il suo massimo splendore. Ogni carro sarà illuminato in modo da esaltarne la bellezza, creando un’atmosfera magica e surreale che trasporterà i visitatori in un mondo da fiaba.

“La storia di Vo’ non nasce oggi – sottolinea il sindaco Mauro Delluniversità – e nemmeno settantaquattro anni fa, con la prima sfilata dei carri. È una storia antica, che risale ai tempi dei Romani, passa per i monasteri medievali, e giunge al cuore di una delle civiltà più straordinarie del Mediterraneo: la Repubblica Serenissima di Venezia. È sotto la Serenissima che Vo’ conosce un importante sviluppo agricolo e commerciale. La trachite euganea, estratta dal Monte Versa e dai versanti collinari, veniva trasportata attraverso un articolato sistema di vie d’acqua: Vo’ Vecchio era un porto fluviale attivo, dove partivano chiatte cariche di pietra, vino e prodotti agricoli verso Monselice, Battaglia, Chioggia, Venezia”.

“La Festa dell’Uva – prosegue il sindaco Delluniversità – è arte popolare e identità collettiva ed è proprio questa autenticità che celebriamo ogni anno con la Festa dell’Uva. Un evento che è molto più di una sagra: è un rito collettivo, un’opera d’arte partecipata, un momento di intensa coesione intergenerazionale”.

La pensa allo stesso modo anche Francesco Sinigaglia, presidente dei mastri carristi che afferma: “Questa festa non è folclore, ma cultura viva. Chiediamo che la Regione Veneto ripristini ufficialmente il riconoscimento della Festa come evento regionale. Non per nostalgia, ma per rendere onore ad una tradizione che parla con l’arte dell’uva, il linguaggio della terra e della comunità. In questi giorni, nei nostri capannoni, si lavora senza sosta. Nei tre giorni che precedono la sfilata, oltre 200 volontari – uomini, donne, giovani e anziani – si prodigano spesso fino all’alba per attaccare a mano ogni singolo acino d’uva sui carri”.

“La nostra sfilata, che dura circa due ore,  – prosegue Sinigaglia – è un evento spettacolare: i carri si muovono, si aprono, si alzano, creando meraviglia tra il pubblico. Ogni carro è frutto di mesi di lavoro e quest’anno, per rendere ancora più magica l’esperienza, avremo anche una sfilata notturna, illuminata ad arte, che regalerà nuove emozioni. È in quel momento, tra applausi, sorrisi e occhi pieni di stupore, che noi carristi troviamo l’unica vera ricompensa: sentire che il nostro lavoro gratuito, volontario, artigianale ha toccato il cuore della gente. La tecnica che utilizziamo – arrivando in passato anche a 125 metri quadrati di uva su un singolo carro, tutta posizionata manualmente – è unica in Italia, fatta eccezione per pochissime altre realtà”.

Il sostegno delle istituzioni: tra arte e identità

“Sostenere questa manifestazione significa rafforzare le radici di un territorio che sa trasformare il frutto della terra in uno spettacolo – commenta l’Assessore alla Cultura e alle Attività Produttive, Maurizio Biasio – L’artigianato che incontra l’emozione collettiva è la forma più alta di patrimonio vivente. La vendemmia, come ben sappiamo, non è solo raccolta: è cultura, memoria, comunità. Rappresenta l’unione profonda tra uomo, natura e paesaggio, elementi che da secoli caratterizzano la nostra zona. Non a caso, proprio Vo’ e i Colli Euganei sono stati recentemente riconosciuti Patrimonio della Biosfera Mab Unesco, per la loro capacità di coniugare attività agricola, sostenibilità e tutela dell’ambiente”.

Vo’ e la millenaria tradizione vitivinicola

La tradizione agricola di Vo’ ha radici antichissime. I primi insediamenti produttivi nell’area risalgono all’epoca romana: ci sono testimonianze archeologiche, documenti e studi che indicano come già nel I secolo d.C. si coltivasse la vite nei nostri rilievi, sfruttando la favorevole esposizione solare e la composizione vulcanica dei suoli, che ancora oggi rappresenta un tratto distintivo del nostro terroir.

Oltre la sfilata: vino, musica e poesia

Il programma 2025 include anche il Villaggio DiVino (con degustazioni di Serprino e vini Doc/Docg), concerti serali, laboratori per bambini, eventi artistici come “Poesia nel Vino” e la rassegna “CineVino”. Attività pensate per far vivere il territorio attraverso tutti i sensi, in un’esperienza immersiva.

Dai trenini enologici tra le cantine (“Calici in Carrozza”) alla “Pigiatura dell’Uva” per i più piccoli, dalla mostra delle uve ai concerti all’alba tra i vigneti, ogni angolo di Vo’ si trasformerà in palcoscenico per una narrazione collettiva fatta di paesaggio, gusto e condivisione.

Nello specifico, Calici in Carrozza rappresenta, senza dubbio, la grande novità di questa edizione: l’evento si configura come un percorso enologico itinerante di notevole interesse culturale e turistico, finalizzato alla valorizzazione del territorio dei Colli Euganei e delle eccellenze vinicole di Vo’.

Con un trenino in visita a 5 cantine

Durante l’esperienza, gli avventori potranno salire a bordo di un trenino adibito a mezzo di collegamento di cinque tra le storiche cantine della zona, seguendo un itinerario prestabilito che assicura la scoperta graduale e approfondita di ogni tappa.

Il programma prevede soste di 30 minuti ad ogni fermata, durante le quali i partecipanti avranno l’opportunità di eseguire degustazioni guidate direttamente in cantina. Gli esperti enologi presenti illustreranno il percorso produttivo del vino, ponendo particolare attenzione alle denominazioni Doc e Docg, e offrendo spunti di riflessione sulla tradizione, la tecnica e l’innovazione nel settore vitivinicolo locale.

La Festa dell’Uva di Vo’ dunque non è solo un evento, è un patrimonio culturale vivo, da custodire e tramandare: una manifestazione preziosa per il suo valore identitario, per la sua unicità e per il contributo che offre alla cultura veneta.

 

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