A Palazzo Maffei di Verona è arrivata Cometa, una installazione site-specific di Anna Galtarossa

La nuova installazione è collocata nello scenografico scalone elicoidale che accoglie i visitatori. Ha una coda di 13 metri che ruota lentamente

“Il viaggio luccicante e colorato che Cometa propone non celebra eroismi né rivoluzioni compiute, ma apre a ipotesi, fantasie, giochi ancestrali di cui non conosciamo le regole” (Andrea Lissoni direttore artistico dell‘Haus der Kunst di Monaco)

 

Palazzo Maffei a Verona, con le oltre 700 opere esposte e i costanti arricchimenti della collezione, continua a preservare le voci del passato, ricomponendo tasselli dell’universo artistico o riportando a Verona opere legate alla città e disperse nel mondo, ma nello stesso tempo non smette di guardare all’oggi, agli stimoli che giungono dall’arte contemporanea, sollecitando e sostenendo la produzione e le riflessioni artistiche.

Dopo Maurizio Nannucci, Chiara Dynys, Claire Fontaine, dopo i lavori immersivi realizzati da Manuel Gardina con l’Intelligenza Artificiale o dello studio CamerAnebbia, un’altra artista coinvolta e un’altra opera realizzata appositamente per Palazzo Maffei e pensata per i suoi ambienti e collezioni.

Cometa: un’opera realizzata per lo scalone elicoidale di Palazzo Maffei

“Cometa” è un’installazione realizzata da Anna Galtarossa per lo scenografico scalone elicoidale – autentica sfida architettonica, elemento autoportante del XVII secolo – che attraversa in altezza l’edificio: una scultura sospesa, una cometa con una coda da 13 metri, che ruota lentamente in un susseguirsi di materiali organici, industriali e colorati, mescolando ironia, invenzione fantastica e riflessioni ecologiche.

Questo astro in caduta libera sembra dirigersi verso la statua di Flora, al centro dello scalone, fermandosi appena prima dell’impatto. Ruota in senso antiorario come se cercasse di riavvolgere il tempo stesso. L’impatto verrà evitato? Riusciremo a salvare la Natura? O piuttosto ci fermeremo ad assistere alla distruzione ?

L'opera sembra precipitare verso la statua di Flora. @Andrea Pugiotto

La Cometa danza in un tempo che pare sospeso

Per ora il tempo pare sospeso e la cometa danza portando con se il suono dell’universo e, nella sua coda, elementi familiari, riprogrammati come nuova materia per il mondo che verrà dopo il nostro. Anna Galtarossa (1975), che opera e risiede tra New York e Verona, è nota per le sue installazioni profondamente fantasiose e personali che fondono mito, memoria e quotidianità, “feticci di una mitologia perduta, oppure vivaci e spettacolari installazioni che spesso coinvolgono fisicamente il pubblico in ingegnose architetture”. I suoi lavori sono stati esposti in numerose mostre in Italia e nel mondo ed è vincitrice del premio Alinovi e del Moroso New York Prize.

L’opera è realizzata con materiali di uso quotidiano

L’opera realizzata per Palazzo Maffei, ironica e visionaria, combina l’uso tipico dell’artista di oggetti di uso quotidiano e materiali fatti a mano, naturali e sintetici – dalle bottiglie di plastica alle cravatte, dai ganci per arrampicata su roccia alle mollette per stendere il bucato, dalle bobine per avvolgere fili di ferro agricoli ai bigodini – in un mix di kitsch e poesia, domestico e cosmico, arricchendo il dialogo del Museo veronese  tra storia e arte contemporanea.

A integrare l’installazione, un soundscape creato su misura dal sound designer premio Oscar Nicolas Becker: suoni e voci di altri mondi, o forse frammenti del nostro in rovina, che appaiono e scompaiono, e sembrano ascendere nello spazio come evaporazioni acustiche. Nicolas Becker, acclamato per il suo sound design innovativo in importanti film, come Batman Begins, Gravity, Harry Potter, The Golden Army e Sound of Metal del 2021 – il rivoluzionario film del del regista Darius Marder che gli ha valso l’Oscar per il miglior suono – porta la sua pratica artistica in questa opera museale unica.

Anna Galtarossa e la sua Cometa

di Andrea Lissoni, direttore artistico dell ‘Haus der Kunst di Monaco

Cometa è la nuova installazione commissionata da Palazzo Maffei a Verona per lo scalone del museo. Una scultura sospesa, una cometa con una coda di tredici metri che ruota lentamente. Il titolo funziona come una metonimia: promette la rapidità di un corpo celeste che attraversa l’orizzonte, ma in realtà si manifesta come un moto verticale, antiorario, nella tromba monumentale della scalinata. Così descritta, Cometa potrebbe evocare un monumento visionario, una struttura rotante come il Monumento alla Terza Internazionale di Vladimir Tatlin (1917).

Ma nell’opera di Galtarossa i riferimenti, pur densi e consapevoli, non si traducono mai in citazione monumentale. A Verona, la cometa ospita materiali industriali e grezzi, frammenti variopinti, elementi danzanti che restituiscono un’energia fiabesca e domestica, fragile e popolare. La sua traiettoria, inoltre, non è ascensionale ma discendente: una caduta lenta, orientata verso la statua di Flora al termine della scala, quasi sfiorandola, sospesa sull’orlo di un impatto che non avviene mai.

In questo valzer gravitazionale, emergono e scompaiono echi sonori, voci, musiche lontane: spettri acustici composti da Nicolas Becker.  La sua partitura si muove come un respiro instabile, oscillando tra inquietudine e consolazione, tra presagio e memoria. Il viaggio luccicante e colorato che Cometa propone è quello di un monumento del presente: non celebra eroismi né rivoluzioni compiute, ma apre a ipotesi, fantasie, giochi ancestrali di cui non conosciamo le regole. È un dispositivo immaginativo che danza tra passato e futuro, un invito a credere ancora nell’immaginazione. Nel suo ruotare lento ci invita a partecipare, a guardare insieme, a lasciarci trasportare, ad ipnotizzarci e a credere alle visioni. La rivoluzione, non è un atto concluso ma un moto che continua, collettivo, luminoso.

 

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